Le fasi della vita dei nostri amici a quattro zampe vengono per consuetudine assimilate alle nostre e così il gattino diventa a poco a poco adulto per essere poi maturo e infine anziano. La terza età del micio, che grosso modo inizio dopo il compimento dei nove/dieci anni di vita, è caratterizzata da una serie di processi di decadimento che riguardano l'organismo e dei quali occorre tenere conto nella gestione domestica dei nostri gatti. Uno degli aspetti di spicco per consentire ai gatti di vivere bene la loro vecchiaia è indubbiamente quello alimentare: per questo motivo il loro regime dietetico deve essere modificato in funzione dei fabbisogni nutrizionali specifici.

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QUANDO UN GATTO E' ANZIANO?
Poco ancora si conosce circa i meccanismi che regolano l’invecchiamento degli esseri viventi. Una delle teorie più seguite sostiene che il degrado organico derivi da una serie di piccoli e ripetuti danni subiti nel tempo, nei confronti dei quali i meccanismi di difesa sono incapaci di replicare o lo fanno in maniera non tempestiva.

Tra le altre ipotesi, ricordiamo quella del “consumo dello stampo” (la replicazione cellulare può con il passare del tempo presentare sempre più facilmente degli errori), quella dell’accumulo di tossine (tra cui notevole importanza assumono i cosiddetti radicali liberi) e quella della sorveglianza immunologica (il sistema immunitario diventa con l’andare degli anni sempre meno efficace). Senza dimenticare, però, che l’invecchiamento più o meno rapido dipende anche da fattori predisponenti di tipo genetico e ambientale, oltre che patologico.
Nella specie felina la terza età ha inizio più o meno dopo i dieci anni e non esistono sostanziali differenze di longevità legate alla razza d’appartenenza. La vita media di un micio è di circa 13-14 anni, ma sono sempre più numerosi gli esempi di soggetti che arrivano a 17-18 anni e oltre».

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I PROBLEMI DELL’INVECCHIAMENTO
Nei gatti anziani si assiste alla riduzione della funzionalità di alcuni organi e apparati.
Il fegato, per esempio, può avere difficoltà nell’immagazzinamento delle riserve nutritive e nell’eliminazione delle sostanze di accumulo.

L’intestino si fa più pigro: il transito, rallentato a seguito della diminuita tonicità della muscolatura liscia del tratto enterico, può dare luogo più facilmente a sintomi come stitichezza o diarrea.
I reni possono andare incontro a fenomeni degenerativi ad andamento cronicizzante (da ricordare, a questo proposito, che l’insufficienza renale cronica colpisce un gatto su tre dopo il compimento dei 10 anni di età), che impediscono il corretto smaltimento delle scorie azotate.
L’azione di pompa del cuore può diventare insufficiente e causare una non idonea circolazione del sangue. Il sistema immunitario si indebolisce e può predisporre l’organismo a infezioni e malattie in generale.
Le ghiandole endocrine possono andare incontro ad alterazioni funzionali, che si ripercuotono poi sul metabolismo individuale.

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