Lista degli ingredienti

È obbligatoria per legge ed è l’altra parte fondamentale dell’etichetta, perché consente di valutare la qualità di un prodotto rispetto ad altri. Gli ingredienti devono essere riportati in ordine decrescente per quantità, ma non è obbligatorio indicarli in percentuale, fatta eccezione per quelli caratterizzanti, ovvero pubblicizzati (per esempio, nei croccantini ‘al salmone’ bisogna riportare la percentuale del salmone, ma non di altre carni eventualmente presenti). 

Un segnale della qualità del prodotto sta nel fatto che vengano indicati con precisione l’origine della carne e del pesce, invece di riportare solo percentuali di alcuni ingredienti. I produttori di pet food seguono due modalità di dichiarazione degli ingredienti utilizzati nella ricetta:
o per categorie, come definite dalla legislazione europea (per esempio, carni e derivati, sottoprodotti di origine vegetale, cereali, minerali e così via)
o per singoli ingredienti (per esempio, proteine disidratate di pollo, frumento, farina di soia, amido di mais, grasso di pollo e così via). 

Nel caso delle sostanze minerali, per evitare una lunga lista di nomi, i produttori possono scegliere di utilizzare il nome della categoria anche nella dichiarazione degli ingredienti (“sostanze minerali” invece di “calcio carbonato, cloruro di sodio, cloruro di potassio e così via). Per un pet food nutriente che sia alla portata di tutti, l’industria impiega materie prime della filiera alimentare umana disponibili in eccedenza. Tale processo consente flessibilità nella formulazione e assicura, al tempo stesso, una nutrizione completa e bilanciata. Inoltre, presenta il vantaggio di utilizzare sostanze che sono altamente nutrienti ma “fuori moda” per l’alimentazione umana a causa delle mutate abitudini culturali (polmone, stomaco, trippa, fegato, cuore, reni e così via). Ciò implica che, se non fossero inclusi nel pet food, dovrebbero essere smaltiti, con un conseguente impatto ambientale.

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